La fase sperimentale di chiusura al traffico di via Maqueda fino alle 24 proseguirà fino al 27 settembre, dopo la valutazione positiva fatta sul primo periodo nel mese di agosto.
Lo ha deciso oggi l’Assessorato al traffico seguendo una indicazione venuta dalla Giunta comunale.
‘Prorogare il periodo di sperimentazione a settembre – afferma Giusto Catania – serve ad acquisire nuovi dati in un periodo dell’anno in cui, con la riapertura delle scuole ed il ritorno a pieno regime degli uffici, potremo valutare maggiormente i risultati e l’impatto di queste pedonalizzazioni e riduzioni del traffico in tutta l’area del centro storico. Il primo periodo di chiusura dalle 10 alle 24 nel mese di agosto ha portato risultati certamente positivi, confermati dall’interesse mostrato da buona parte dei commercianti e dal dibattito positivo che sulle pedonalizzazioni si sta sviluppando anche in relazione alla chiusura di Corso Vittorio Emanuele.’
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Spero che tutte queste proroghe portino entro la fine del 2016 alla chiusura definitiva H24 e alla rimozione dell’asfalto e all’installazione dei dissuasori oleodinamici uniti da catene. Inoltre come arredo verde dovrebbero essere piantati degli alberi a mezzo fusto che NON abbiano le caratteristiche di rovinare la pavimentazione ma che gettino le radici in perpendicolare…..illuminazione a LED sia nel pavimento che con lampioncini ed inoltre CHIOSCHETTI di info point del comune con dentro gente LAUREATA IN LINGUE e che abbia voglia di lavorare… per il resto…il comune ha carta bianca 🙂
Condivido quanto scritto da la maglia rosanero.
Finalmente dopo anni di sciocchezze propagandate da commercianti che lamentavano crolli dell’80-100% negli affari, oggi gli imprenditori hanno compreso che le aree pedonali aiutano i loro profitti e migliorano la qualità della vita di tutti.
Occorre proseguire su questa strada puntando sulla attrattività del centro storico che oltre che bello e monumentale deve essere sempre più fruibile dai turisti.
In tutto il mondo è così.
Il turismo è la ns. Unica industria e deve avere la priorità su tutto il resto.
Basta perdere tempo.
Ricordo via chiavettieri qualche anno fa, le auto degli indigeni che pretendevano di passare in mezzo a tavolini e persone.
Oggi c’è spazio solo per i turisti che affollano tutti i localini nati uno accanto all’altro ed è un evidente importante polo economico in una zona che sino a 30 anni fa era solo macerie o quasi.
Ho ricordato questo esempio per evidenziare che è tempo per tutti di fare di più e meglio.
Le crisi in giro per il Mediterraneo non cesseranno a breve.
Dobbiamo essere pronti ad attrarre sempre più turisti e dobbio essere così bravi da farli innamorare di noi.
Solo così avremo speranza di non morire di una lenta agonia economica
a meno che la guerra del mediterraneo, in cui siamo immersi, non colpisca anche noi. il papa e mattarella dicono che la terza sia già cominciata.
aggiungerei che il turismo non può essere l’unica risorsa. spero che recuperando il centro storico si recuperino anche i mestieri, le botteghe della gente che vive in quei posti, l’artigianato del legno, del ferro, della cartapesta, dei tessuti. i teatri, i cinema, i ristoranti, il cibo di strada, i mercati.
tutte cose che risollevano l’economia e il lavoro a prescindere dai turisti. il solo turismo diventa marpionaggio con le cocacola a 5 euro come a venezia o firenze. non vogliamo questo. vogliamo che palermo resti una città amata perché abbordabile e sincera, non artefatta.
e intorno alla città ci sono da recuperare le borgate marinare (sant’erasmo, bandita, fino all’aspra. acquasanta, arenella, vergine maria, mondello, sferracavallo) con piani di pedonalizzazione, parcheggi e linee tram che entrano nelle piazze.
e le montagne vanno riforestate con alberi autoctoni, non con i soliti pini. la conca d’oro è un tesoro immenso da recuperare.
Sottoscrivo in pieno anche quanto hai detto qui, ogni punto.
quello che affermi è complementare a quanto da me scritto.
Ovviamente auspico anch’io che questa città dalla grande tradizione artigiana torni alla propria vocazione che non è certamente industriale se facciamo eccezione per la fine ottocento inizi novecento ( cantieri navali, chimica arenella, cantieri ducrot etc) .
Oggi, ahinoi, questa città è economicamente in ginocchio e non vedo alternative al turismo per risollvarla
Nel tuo ragionamento leggo un certo idealismo sincero ma forse, lasciamelo dire, un pizzico ingenuo.
Pensare che i giovani palermitani analfabeti vadano a fare gli artigiani sarebbe auspicabile ma poco probabile…
Saluti
Eppure, secondo me, se qualche mente illuminata avesse l’idea di creare scuole artigiane della tradizione siciliana, con il marchio dell’ufficialità, gli iscritti non mancherebbero e gli effetti positivi sarebbero come minimo due: recuperare e corroborare le tradizioni a rischio di estinzione, quindi rinsaldare la propria identità (credo che tra le priorità di Palermo ci sia proprio quella di ritrovare la propria anima); creare una nuova classe di giovani artigiani-imprenditori che avrebbero modo di “guarire” dalla malattia del posto fisso, nel pubblico o nel privato.
È triste per esempio che oggi le maestranze del carretto siciliano, in tutta la Sicilia, si contino nelle dita di una mano. Eppure quei pochi artigiani oggi rimasti godono di un certo prestigio: sono invitati dappertutto nel mondo, nelle università e nelle accademie artistiche; i pezzi che realizzano vengono acquistati da musei di tutto il mondo e da collezionisti privati. Giusto un aneddoto: qualche anno fa la Casa Bianca acquistò fior di quattrini un carretto siciliano realizzato appositamente dall’ormai quasi centenario maestro artigiano Domenico Di Mauro, di Aci Sant’Antonio. Molti non sanno che oggi c’è un pezzo di Sicilia nelle stanze della Casa Bianca.
Lo stesso discorso vale per la ceramica, i pupi, l’arte del ferro battuto (di cui l’ultimo campione del mondo è un cinquantenne di Rosolini, i cui pezzi si trovano ormai pure nei musei, e che recentemente ha avuto l’idea di creare una scuola artigiana, sempre a Rosolini, che però non riesce ad accogliere tutte le richieste di iscrizione), la terracotta, la lavorazione dell’ossidiana (con una tecnica tipica delle Eolie) , la tessitura dei tappeti etc…etc…
Parecchie persone in cerca di occupazione, giovani o meno giovani, neanche pensano a queste cose perchè nessuno gliele dice o perchè non saprebbero dove e con chi imparare le tecniche.
Compito di un’amministrazione illuminata non è ingrossare con le assunzioni le fallimentari cooperative pubbliche, tipo Rap o Reset, ma creare opportunità di tipo imprenditoriale, con l’occhio alle peculiarità del territorio, sollecitando dunque parte della società verso il cambiamento culturale e occupazionale.
D’altra parte il turismo non è soltanto alberghi, ristorazione e guide turistiche. A Palermo, se solo si predisponessero le cose per bene, ci potrebbe essere un indotto molto più largo.
Io credo, e non penso di essere ingenuo, che se a Palermo nascesse una prestigiosa scuola dell’artigianato, con più specializzazioni e con maestri qualificati, da tutta la Sicilia arriverebbe una frotta composta sia dagiovani sprovvisti di titoli di studio che da plurilaureati.
evvai!
Anch’io spero che quanto prima si possa arrivare alla chiusura definitiva. Lo stesso per Corso Vittorio Emanuele, così anche i Quattro Canti torneranno finalmente ad essere ciò che in realtà sono, cioè una piazza. È chiaro che tutto questo dovrà comportare un progetto di riqualificazione generale: una nuova pavimentazione, un nuovo impianto di illuminazione, arredi urbani; per il verde, gli alberelli non mi convincono fino in fondo. Le due strade infatti non sono larghe e l’insieme architettonico è troppo bello per essere, anche solo in parte, nascosto alla vista. Opterei quindi per aiuole ed eleganti vasi (non le “graste” da due soldi che fino ad oggi l’amministrazione ha mostrato di apprezzare).
Ad ogni modo, considerata l’importanza di tutta l’area, spero che per il restyling vengano coinvolte personalità d’eccellenza. Non ci si può accontentare di soluzioni mediocri. Occorre invece che venga steso un progetto importante.
Inoltre sarebbe utile che la fase progettuale partisse adesso e procedesse in simultanea con le sperimentazioni. Perchè aspettare la chiusura definitiva per iniziare a lavorare ai progetti che poi richiederanno anch’essi del tempo per essere realizzati? Non sarebbe meglio iniziare a pensarci sin da ora in modo che, una volta avvenuta la chiusura definitiva, i lavori possano partire immediatamente?
In altre parole, perchè non ci soprendono impostando le cose in modo da velocizzare i tempi?
magari vasi in ceramica decorata siciliana
Potrebbero essere proposte affidate all’università!!! Interi laboratori, workshop di design, di architettura, dedicati a trovare proposte per via Maqueda pedonale, magari con un premio in denaro. Gli studenti non vedono l’ora di avere occasioni del genere, un rapporto diretto con il territorio fuori dalle mura didattiche e oltretutto si avrebbero proposte di assoluta levatura. Il comune, in questo modo, stimolerebbe l’università a fare ricerca. Chiamiamo alle armi i nostri cervelli
Sono d’accordo. Sicuramente l’incarico andrebbe affidato ad architetti, urbanisti, lighting designer, artisti etc…etc… siciliani. Ne abbiamo tanti che vorrebbero mettersi in gioco.
punteruolorosso, ecco! Per esempio. D’accordissimo con te.
Mi rallegra molto leggere tutti questi commenti: se solo ci fossero almeno il 50% dei palermitani così, già questa città sarebbe un altra cosa! Mi chiedo solo se qualcuno dalla nostra amministrazione prenda spunti da questi commenti per poter mettere in atto idee migliorative e riqualificative per la nostra amata città. Bisogna far molto ancora per renderla più pulita e quindi anche più accogliente, ancora non vedo i cestini nelle aree pedonalizzate e quei pochi rimasti spesso sono stracolmi a dimostrazione che la volontà di non sporcare c’è e che i meno pazienti alla fine non trovando il cestino buttano le cartacce a terra.
Detto questo, e visto che l’esperimento e’ stato positivo, esiste un plan di come rendere via Maqveda pedonale, veramente pedonale?
Arredo urbano, basolato, panchine, illuminazione, alberi, fioriere non temporanee.
Giusto per capire anche se la resa pedonale della strada sia anche economicamente fattibile, o sara’ sempre la solita strada chiusa con fioriere.
In attesa di interventi strutturali su via Maqueda, intanto si potrebbe trasformare a “tre tempi” il semaforo tra via Cavour e via Ruggero Settimo: 1) solo pedoni, 2) solo auto da via Ruggero Settimo, 3) solo auto da via Volturno.
Con la regolazione attuale, infatti, figlia di una diversa organizzazione del traffico, auto e pedoni si ostacolano a vicenda.
La soluzione proposta da Angelo64 mi sembra l’ideale per evitare continui blocchi per chi viene da via ruggero settimo. Vorrei aggiungere che sarebbe il caso di ripristinare il semaforo dei 4 canti 24h perchè con il giallo lampeggiante (che tradotto in palermitano vuol dire via libera!!) è diventato pericoloso per i pedoni